30.1.09

Jonah Lomu parla di touch

Jonah Lomu in esclusiva per Touchrugbyitalia.it

Durante la registrazione dello Speciale "Due Giorni con Jonah Lomu" per Sport Italia, Luca Tramontin ha approfittato per fare con Jonah un'intervista-chiacchierata sul Touch.

Luca: Ti piace il touch?

Jonah. E' stato importante, soprattutto all'inizio, correre sull'avversario è un opzione, correre sugli spazi però è altrettanto importante. Certo non era la mia specialità (si sganassa), la corsa sugli intervalli tra giocatori la sviluppi in buona parte con il touch.

Luca: A che età bisogna smettere di giocare?

Jonah. Alla tua età. (e sganassa). No, io ho amici intorno ai cinquant'anni che giocano dell'ottimo rugby a livello di club, altri che passano al touch e prolungano fino a chissà quando.

Luca: Ho tre dita e 42 anni, smetto?

Mi da uno spintone.

Luca: Il limite di età quindi?

Jonah. No, non esiste e non deve esistere. Anch'io ho dovuto ritirarmi ad un certo punto, sono tornato quando era ora, non prima ne dopo.
Non credo basti il cosiddetto spirito, uno deve allenarsi, prepararsi, essere conscio della sua condizione, a 100 anni come a 20. Se avere lo spirito significa prepararsi, allenarsi e alimentarsi bene, allora ok, basta lo spirito. Si tratta di capirsi.

Luca: Il touch è una forma di rugby o uno sport a parte?
Jonah
. Non mi pongo il problema. E' importante definirlo? Io sono stato "spostato" dalla mia famiglia più volte, Tonga, Nuova Zelanda, ancora Tonga e avanti e indietro.
Nelle isole si gioca per strada o nei prati con regole approssimative. Sono quelle del League? Del touch? Una via di mezzo? Non lo so. In Nuova Zelanda si usa spesso in riscaldamento, nelle isole per passare il tempo. Il touch lo vivi come vuoi. Nei posti dove c'è meno tradizione è un ottimo veicolo per iniziare, metti che non ci sia un campo buono per il rugby o che la gente sia scettica.

Luca: Il touch è più parente del League che a te piace da bestia che non del rugby Union.

Jonah. Si, in effetti si. Hai visto la finale? (la Nuova Zelanda ha vinto la coppa del mondo per la prima volta nella sua storia battendo l'Australia in finale, N.D.R.).
Sull'ultima meta ho fatto un salto sul letto, ma pesando 250 libbre lo ho rotto, ho dovuto avvisare la reception dell'albergo.
Union, League, Touch, va bene tutto. Laurie Mains (allenatore NeoZelandese N.D.R.) mi ha scovato tramite il Rugby Seven.

Luca. Non sei stufo di firmare autografi?

Jonah: No. Mi costa mediamente dagli otto ai venti secondi. E magari "faccio la giornata" di qualcuno.
Ecco, ho un messaggio nel telefono, forse abbiamo una palestra per 'sta sera.

L'intervista è liberamente utilizzabile citando la fonte "Esclusiva di Luca Tramontin per Touchrugby Italia.it"

Vorrei portare l'attenzione su quanto ho evidenziato in rosso dell'intervista con Jonah... parla del Touch come di uno sport molto libero... questo, a mio parere, vuol dire anche che non sono strettamente necessarie regole ed organizzazioni nazionali-internazionali che lo codifichino, lo ingabbino, lo limitino.
Questo e' esattamente lo spirito che ha portato alla nascita della LITR!
Certo, e' utile avere un regolamento condiviso... ma quel che conta, alla fine, e' giocare tutti... dovunque!
Fatemi sapere cosa ne pensate!

1 commento:

Unknown ha detto...

E' giusto avere lo stesso regolamento, ma anche se ci si mette d'accordo su piccole modifiche prima di un torneo non vedo dove sia il problema.
L'importante e' giocare, come abbiamo sempre detto :) Grande Ferdinando!